"Pensioni,Italia affronti la sfida"
Almunia assicura l'appoggio della Ue
La riforma delle pensioni è una sfida che il governo italiano deve affrontare e per cui può puntare sul sostegno dell'Unione Europea. Lo dice Joaquin Almunia, commissario agli Affari economici: ammette che la sfida sarà difficile, ma aggiunge che si tratta di una riforma necessaria. Dice poi di essere sicuro che il governo italiano rispetterà questo impegno. Entro la settimana atteso il primo incontro governo-sindacati.
Almunia spiega di aver discusso "con le autorità italiane sia del deficit eccessivo, sia della situazione dei conti pubblici nel medio e nel lungo periodo e, per la verità, una delle principali sfide che il governo italiano deve affrontare nelle prossime settimane-mesi è come affrontare la riforma delle pensioni".
Almunia, durante un convegno in occasione dell'ingresso della Slovenia nell'euro, rispondendo alle domande dei cronisti ha ricordato che "c'è un impegno a negoziare con le parti sociali la riforma del sistema previdenziale. Sono sicuro" ha aggiunto "che il governo italiano rispetterà questo impegno. Prodi e Padoa Schioppa sanno perfettamente che possono contare su tutto il nostro sostegno per questo obiettivo, che è necessario ma difficile, e nel caso di Italia, Slovenia e altri Paesi dell'area euro è necessario continuare".
Al vertice di Caserta dell'11 e 12 gennaio il governo, sotto le pressioni di Rifondazione e Comunisti italiani, aveva detto che la riforma previdenziale avverrà nell'ambito di una revisione complessiva dello stato sociale e che ci potranno essere degli slittamenti rispetto alla data del 31 marzo indicata nel protocollo siglato lo scorso autunno con i sindacati.
Il programma con cui l'Unione ha vinto le elezioni lo scorso aprile prevede il superamento del cosiddetto scalone previdenziale in base al quale dal primo gennaio 2008 si potrà andare in pensione con 35 anni di contributi solo a 60 anni e non più a 57. La sinistra radicale della coalizione è favorevole all'eliminazione dello scalone, ma contraria a un aumento dell'età pensionabile. Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa ha firmato con i sindacati un protocollo che prevede che entro marzo si concluda la discussione sulla riforma previdenziale. Il protocollo, presentato a ottobre ad Almunia, parte dall'idea che sulla previdenza occorre un intervento ulteriore che tenga conto che la vita lavorativa si può prolungare e il sistema attuale penalizza i più giovani.
Italia,Fitch non migliora il rating
Preoccupa rinvio della riforma pensioni
Fitch non migliorerà il rating dell'Italia. La fonte che ribadisce che all'orizzonte non c'è nessuna revisione al rialzo del giudizio dell'agenzia è più che accreditata: il responsabile per l'Italia e per l'Europa Brian Coulton, intervenuto in un incontro a Milano. Una decisione dovuta anche alle preoccupazioni suscitate dalla decisione del governo di rinviare la riforma dell'età della pensione.
"Non c'è nessuna possibilità di miglioramento" ha detto chiaro e tondo rispondendo alle domande dei giornalisti. "Il rating dell'Italia rimane stabile, non ci sono cambiamenti. Il downgrading 'AA-' risale a ottobre, e l'andamento recente è in linea con questa valutazione. Con l'ultima Finanziaria il governo Prodi riuscirà a fermare la crescita del rapporto debito/Pil, ma non è abbastanza per dare all'Italia il rating migliore".
Un'influenza sulle valutazioni di Fitch l'avranno anche gli sviluppi della riforma pensionistica: "Il governo sta discutendo il rinvio dell'aumento dell'età pensionabile, rinvio che se sarà di uno-due anni non costituirà un problema. Se invece il governo dovesse cambiare o disfare le decisioni prese in precedenza, molto importanti per limitare la spesa pensionistica, questo sarebbe un problema. Allo stesso modo, se la decisione sulla riforma fosse ritardata indefinitamente, questo sarebbe cruciale, anche perchè l'Italia ha uno dei profili demografici peggiori".
La riforma delle pensioni infatti, ha spiegato Coulton, è indispensabile per ridurre il deficit che grava sulle spalle del Paese.
Pensioni,Prodi:"Sappiamo cosa fare"
Premier replica alle parole di Almunia
Da Lubiana, in Slovenia, il presidente del Consiglio Romano Prodi torna a parlare della riforma delle pensioni. "Sulle pensioni sappiamo benissimo cosa fare", ha detto il premier, replicando alle dichiarazioni dell'eurocommissario Almunia, per cui sia Prodi che Padoa Schioppa sarebbero consapevoli della necessità di avviare una riforma delle pensioni con l'aiuto dell'Unione europea.
Una conferenza stampa che ha visto il presidente del Consiglio affrontare i temi economici del momento naturalmente in chiave europea oltre alla spinosa questione dei beni degli esuli istriani e dalmati. Il premier ha partecipato infatti alla cerimonia di addio della Slovenia al tallero e di ingresso nell'euro, insieme al persidente di turno della Ue, Angela Merkel, al presidente della commissione europea, José Manuel Baroso, al presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, al presidente dell'eurogruppo Jean-Claude Junker.Il presidente del Consiglio si è recato prima al castello di Brdo, dove ha incontrato gli altri leader europei invitati alle celebrazioni, per poi raggiungere il centro congressi Cankarjev Dom dove è prevista la cerimonia.
Non solo il nodo pensioni è stato affrontato in conferenza stampa da Romano Prodi, ma in generale anche quello legato alla situazione economica dell'Italia nell'area dell'euro. "Ho espresso la mia speranza che in futuro non ci sia bisogno di aumentare i tassi di interesse nell'euro zona", aggiungendo che "finora la politica della Bca sui tassi, come ho sempre detto, è stata assolutamente normale".
"Certamente - ha spiegato il premier - l'inflazione è sotto controllo ed io spero che la situazione oggettiva dell'economia europea, o dell'eurozona, non abbia bisogno di un incremento dei tassi". Ad ogni modo, ha osservato il presidente del Consiglio prima di partecipare alla cerimonia per l'introduzione dell'euro in Slovenia e per l'addio al tallero, "l'innalzamneto dei tassi che si è avuto fin qui, non è stato pericoloso per lo sviluppo economico dell'area.
La questione degli indennizzi per i beni lasciati dagli esuli istriani e dalmati è per il presidente del Consiglio "un problema annoso, che non può essere risolto senza u discorso complessivo con la Slovenia e la Croazia". Il premier ha così risposto ai cronisti che gli avevano chiesto di commentare la recente visita del ministro degli Estri Massimo D'Alema in Slovenia e l'eventuale rinegoziazione degli Accordi di Roma del 1980. "Mi auguro - ha aggiunto Prodi - che con il miglioramento dei nostri rapporti anche questo problema possa essere risolto".
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